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4 Maggio 2023

In onore di tutte le Donne…

Alla Scoperta Delle terre Matildiche

Come dei veri esploratori, in questo itinerario si partirà alla ricerca delle testimonianze di quello che fu il dominio di Matilde di Canossa, personaggio dalla straordinaria tenacia che arrivò a dominare tutti i territori italici a nord dello Stato Pontificio in un'epoca in cui le donne erano considerate di rango inferiore.

Il dominio di Matilde di Canossa aveva il suo centro, facile da intuire, a Canossa. Nel maggio 1111, dopo aver resistito con incredibile stoicismo ai tumulti avvenuti nel periodo più acuto della lotta tra Papa e Imperatore, Matilde venne incoronata Vice Regina d'Italia nel Castello di Bianello a Quattro Castella.

Visiteremo:


 Il Castello di Rossena, un gioiello architettonico straordinario:

 

 

 

 

 

 

Nel borgo di Rossena si trova un castello dall’aspetto austero e possente, esso sorge su una rupe che domina un paesaggio unico, da cui si può osservare la vallata della Pianura e dell’Appennino Tosco-emiliano. Il Castello di Rossena venne costruito durante la seconda metà del X secolo, probabilmente nel 960, dal bisnonno di Matilde di Canossa, Adalberto Atto. Questa struttura fu studiata da esperti di strategie militari per rendere la rocca inespugnabile; infatti, il castello fu costruito per diventare una roccaforte a difesa della struttura di Canossa, principale sede del potere, distante pochi chilometri da Rossena. Alla data di fondazione del castello risale il torrione di avvistamento, elemento che manterrà la sua funzione militare fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando verrà trasformato in luogo residenziale. Contemporaneamente al torrione, sorse un’altra torre di avvistamento a Rossena, la torre di Rossenella, oggi ancora visibile grazie ai restauri attuati. Il nucleo centrale originario subì diversi ampliamenti col passare del tempo; vennero aggiunte più aree residenziali, tra cui svariate stanze dagli interni lussuosi. La fortezza, realizzata in pietra con inserti in mattoni, si sviluppa con un impianto ad L composto da un corpo doppio verso nord-est e da un corpo semplice verso sud-est, questi elementi vanno a delimitare un cortile interno. Gli ambienti del castello si espandono su tre livelli: il primo ospita la Sala delle Armi, le prigioni e il refettorio; il secondo livello è quello che comprende il nucleo originario militare-difensivo e la piazza centrale; il terzo livello dispone di meno documentazioni, doveva ospitare un passaggio terminante con un portale in pietra. Il fascino di questi ambienti è ulteriormente rafforzato dalla presenza di passaggi segreti, molti tuttora inesplorati. Il Castello di Rossena costituisce, ancora oggi, uno dei manufatti più interessanti dell'Appennino Reggiano, il susseguirsi delle integrazioni murarie ci permette di vedere la stratificazione della storia senza impedire la lettura della connotazione originaria. Ricco di sorprese, il Castello di Rossena è forse ad oggi il meglio conservato dell'intera area di dominio della Contessa Matilde di Canossa.

 

 Il Castello di Canossa, di cui rimangono le affascinanti rovine:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Matilde di Canossa, una delle donne simbolo del Medioevo italiano, era la feudataria a capo dei poderi del  Nord Italia dello Stato Pontificio; la Contessa decise di collocare il suo centro politico e militare Reggiano, proprio nel paese di Canossa. Le numerose fortificazioni, rocche e luoghi religiosi presenti in questi         territori sono sempre stati il fulcro della sua vita: nel Castello di Carpineti Matilde accolse Papa Gregorio VII; nel Castello di Canossa avvenne il famoso incontro tra Papa Gregorio VII ed Enrico IV, una delle vicende più apprezzate e ricordate nei libri di storia. Il castello di Canossa venne fondato probabilmente alla metà del X secolo da Adalberto Atto e divenne il centro di un complesso sistema difensivo per il controllo delle valli appenniniche e della pianura; nel corso dei secoli, è stato più volte distrutto e           ricostruito, ma le indagini archeologiche hanno portato di nuovo alla luce numerosi elementi antichi. La lettura dei ruderi, delle planimetrie centesche e il confronto con altri castelli contemporanei permettono di ipotizzare un impianto costruttivo realistico. La conformazione della cresta della rupe ha infatti condizionato notevolmente lo schema costruttivo dell’impianto: esso doveva poggiare su di un nucleo residenziale difeso collocato in sommità e separato dal centro monastico, posto più in basso, tramite un diaframma difensivo. Si otteneva così una compartimentazione per recinti paralleli, con specifiche funzioni e accessi indipendenti, che garantivano lo svolgimento di attività senza interferenze. Questa è una caratteristica peculiare che renderebbe questo castello l’unico nell’area dell’Appennino che presenta entrambe le tipologie architettoniche dei castelli medievali: quella fortificata e quella culturale. Il recupero della memoria architettonica e artistica di Canossa si coniuga con gli scenari naturali, storici e paesaggistici legati tra loro da sottili connessioni, rendendo il castello un luogo di straordinaria suggestione. Ora siamo in grado di ridare parola a Canossa, pietra viva che racconta la poetica sottesa alla struttura del castello Medievale, con tutte le sue eccezionalità, ma soprattutto racconta la nostra storia e la nostra cultura.


Abbaziale di S. Maria Assunta visita alla chiesa di stile architettonico romanico-matildico:

 

 

 

 

 

Questa mirabile Abbazia, voluta da Matilde di Canossa, figura onnipresente in epoca medievale nel nostro Appennino e non solo, presenta un’entrata con portone di bronzo inciso, e dei capitelli fogliati ai lati poggianti su esili colonne, che con l’abside presente all’interno, vanno a costituire le parti originali della chiesa costruita tra il 1076 e il 1092.

                                                             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fermatevi ad ammirare le bellissime incisioni del portone d’accesso realizzate da un’artista reggiano, sul quale è possibile sin da subito vedere rappresentate le origini della Chiesa. Il primo simbolo in basso a sx infatti è proprio quello della Gran Contessa Matilde, ci sono poi figure diverse tra le quali, il personaggio chiave l’eremita Giovanni per il quale la Contessa farà costruire l’Abbazia con annesso il Monastero         Benedettino. Giovanni che viveva nel bosco di Marola coltivando il suo orticello, fu colui che consigliò a Matilde di continuare la guerra contro l’imperatore Enrico IV, in occasione dell’Assemblea al Castello di Carpineti convocata dalla Contessa nel 1092. Guerra che fu vinta da Matilde! Quest’ultima per celebrare il saggio consiglio di Giovanni fece costruire nel punto in cui abitava l’eremita, la chiesa con convento dedicata a Santa Maria.

Tante sono le chiese che si dice siano state edificate per volere di Matilde, non tutte però lo sono realmente, di questa chiesa vi è documentazione certa di attribuzione alla Gran Contessa.Nel 1151 alla morte di Matilde il convento annesso alla chiesetta divenne monastero benedettino, e nel tempo si consolidò acquisendo molte proprietà terriere anche al di fuori della montagna, addirittura nelle saline di Cervia. All’interno della Chiesa vi è la lastra d’altare con datazione 1151 appartenente alla prima chiesa originaria

ampliata con la venuta di suddetti monaci. Alla scomparsa dei monaci l’intero complesso subì diverse e radicali ristrutturazioni, divenne proprietà dei duchi d’Este che trasformarono la chiesa romanica in chiesa

barocca. Dopo la caduta della famiglia d’Este l’Abbazia da residenza estiva divenne un seminario per lungo tempo frequentato da giovani con vocazione sacerdotale. Dal 1990 dopo la ristrutturazione effettuata dalla Diocesi di Reggio, l’Abbazia è diventata una “casa per ferie e ospitalità religiosa” con quasi cento stanze di

diversa tipologia, chiamata “Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura”

 

Pranzo a Marola poi:

Finiremo il viaggio in un bellissimo borgo medievale, un gioiellino molto nascosto ma a pochi passi dal Castello di Canossa.

 Il piccolo paese fortificato di Votigno con la Casa Del Tibet:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Votigno è una piccola frazione del comune di Canossa, in provincia di Reggio Emilia ma quasi al confine con quella di Parma. Siamo nelle terre di Matilde, nel cuore verde dell’Appennino reggiano a circa 200 metri di altitudine. L’impressionante silenzio che si ascolta in questo centro abitato rende tutto ancora più affascinante.

Ti accorgi di essere arrivato perché sarai accolto da statue del Buddha e da bandierine di preghiera tibetane che sventolano. Per entrare devi oltrepassare un cancello in ferro. Segui il sentiero acciottolato e fermati ad osservare le targhe incastonate nel muretto con le frasi di personaggi celebri che ti accompagneranno fino al borgo vero e proprio.

 

La storia di Votigno di Canossa

Il borgo ha origini medievali del XI secolo quando Matilde di Canossa aveva un ruolo fondamentale nelle vicende storiche.

Si pensa infatti che questo centro abitato protetto e nascosto tra le colline veniva usato come rifugio per i soldati di Matilde, come si deduce dalla torre di avvistamento che svetta sopra gli altri edifici. Questo permetteva di attaccare a sorpresa il nemico proteggendo il castello della contessa poco distante.

Con il passare dei secoli il borgo ha continuato a vivere vedendo passare contadini, artigiani, pellegrini e monaci. Dagli anni ’60 grazie a volontari ed artigiani è tornato al suo originario splendore rispettando storia e cultura del posto e diventando uno dei Patrimoni UNESCO.

Solo nel 1990 invece è stata fondata La Casa del Tibet ad opera di Stefano Dallari con il benestare del Dalai Lama che venne a visitare il borgo nel 1999.

Appena raggiunta la terrazza hai un colpo d’occhio meraviglioso. Un agglomerato di case in pietra, un’originale piazzetta con scacchiera, suggestive statue del Buddha disseminate qua e là e altri simboli della religione tibetana.

Ogni angolino del borgo è un invito a scattare foto per immortalare un luogo unico al mondo.

Passeggiare tra i suoi vicoli è come fare un tuffo nel passato fino al Medioevo. Natura e quiete si aggiungono all’atmosfera mistica che il centro culturale buddista regala In pochi passi raggiungi la            piazzetta su cui è installata nel pavimento una classica scacchiera bianca e nera dove in occasioni speciali vengono organizzate partite di dama. Una location perfetta per scattare foto originali.                      Per immergersi nel luogo e rivivere le vicende medievali durante l’anno vengono proposte rievocazioni storiche per abitanti e turisti. Siediti su una delle tante panchine in legno e ferro battuto ed assapora lentezza e pace che questo luogo trasmette. Oltre al tempio buddista “La Casa del Tibet” all’interno del   borgo c’è un museo e vari luoghi per la meditazione. Questo monastero è l’unico in Italia ed il primo in Europa. Un luogo ideale dove staccare la spina e rigenerarsi immersi in una verdeggiante natura. Monaci, pellegrini o turisti possono pregare, meditare e partecipare a connvegni accompagnati dalla cultura tibetana.

Rientro a Parma prima di cena. (per maggiori informazioni alatelparma@virgilio.it)

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